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(testo del 15 novembre 2002)

 

L'importanza di un consumo consapevole e responsabile

 

"Andiamo a votare ogni volta che facciamo la spesa"

Questa frase è il concetto chiave sul quale si basa un progetto in atto da pochi anni e portato avanti da un piccolo numero di associazioni che si sta impegnando seriamente per risolvere il problema dell'ineguale distribuzione delle risorse e della ricchezza sulla terra.
Ogni giorno compriamo numerosi prodotti senza chiederci la storia degli stessi...da quante mani passa un oggetto nella trafila che va dal produttore al consumatore. Ogni prodotto che il mercato ci offre ha un costo assai inferiore rispetto al prezzo di origine che il produttore stesso ha proposto al primo acquirente (che non è mai il consumatore finale). La legge del mercato impone chiaramente una maggiore produzione e disponibilità del prodotto stesso al fine di poterne abbassare il prezzo, in modo da conquistare fette di mercato e fasce di reddito sempre più ampie. Questo può erroneamente sembrarci "cosa buona e giusta"...ma ogni lira che paghiamo in meno è stata sottratta al primo anello della catena di mercato !! I commercianti mediatori e le multinazionali che si interpongono fra il bracciante agricolo e noi, non sono certo coloro che rinunciano al proprio profitto personale nel'acquisto della merce all'origine...Il risultato è uno sfruttamento della manodopera sempre più disumano e sempre peggio retribuito. A noi il prezzo non cambia o diminuisce, ma aumentano le ore di lavoro (a parità di salario) dei produttori inizili. ...e più anelli intermedi esistono fra gli estremi di questa catena, più esiguo sarà il margine di guadagno di chi si spezza la schiena per troppe ore conescutive.
Moltissime multinazionali sfruttano la manodopera che lavora per loro, costringendo gli operai a orari massacranti e in condizioni di lavoro tuttaltro che sicure, trascurando completamente i più basilari diritti sindacali e le più elementari norme antiinfortunistiche (senza parlare di diserbazione incontrollata con inquinamento delle falde acquifere...e in noncuranza della presenza di agricoltori nei campi da trattare...) approfittando della complicità di governi corrotti e della mancanza di regole in materia negli stati di cui si stanno sfruttando le risorse.

Molte multinazionali famose sono coinvolte in questa spietata logica di mercato:

Nike: salari così miseri (a fronte di fortissimi guadagni) che gli operai sono costretti a far lavorare i propri figli affinchè diano loro una mano...Questi ragazzi smettono di andare a scuola e rischiano pericolose artrosi alle dita e alla schiena soprattutto nella pratica della cucitura della sfera dei palloni da calcio.

Del Monte
: Espropriazione indebita dei terreni ai contadini locali e devastazione di vaste aree forestali per l'insediamento delle loro piantagioni. Trattamento indiscriminato con diserbanti (anche se nei campi i contadini stanno ancora lavorando...) che inquinano le falde acquifere locali. La del Monte ha anche subito dei processi per questi comportamenti.

Benetton: Espropriazione di innumerevoli ettari di terreno agli abitanti locali costretti a cedere i loro possedimenti in favore delle mandrie del sig. Benetton. I suoi animali hanno devastato, brucando, vastissime aree di terreno compromettendo seriamente la sopravvivenza della flora e la fauna endemica.

Queste sono solo alcune delle multinazionali colpevoli di comportamenti "omicidi" nei confronti della loro manodopera sfruttata allo stremo.

Fra queste ditte senza scrupoli, alcune associazioni si sono mosse per arginare il problema di questo ingiusto sfruttamento, comportamento che peraltro contribuisce a distribuire i capitali e il benssere in misura ancora maggiore verso i paesi già sviluppati...peggiorando la situazione di quelli in difficoltà !!

La soluzione è semplice: creare un filo diretto fra produttore e consumatore, o almeno tagliare tutti quegli anelli superflui della catena che fanno lievitare i prezzi del prodotto finale. La CTM è una di queste; sul sito www.altromercato.it è spiegato in maniera chiara come gruppi autoorganizzati di braccianti agricoli e di artigiani collaborino con dei comitati speciali del CTM per proporre progetti di produzione di determinati articoli potenzialmente "vendibili". La commissione giudica la qualità dei prodotti, l'eticità che presiede alla loro poroduzione e se è possibile il posizionamento sul mercato: in caso di analisi positiva, il progetto viene pre-finanziato al 50%, in pratica viene anticipato il salario ai lavoratori che non sono così costretti a chiedere prestiti o a dissanguarsi per poter iniziare il progetto di produzione.

Questi prodotti verranno poi distribuiti dalle "Botteghe del mondo", punti di vendita della CTM.
Sul loro sito, alla pagina
http://www.altromercato.it/botteghe/index.html
è possibile trovare la lista, ordinata per regioni, delle Botteghe del Mondo. I prodotti venduti sono i più vari, e spaziano dal caffè allo zucchero, ai succhi di frutta alla frutta secca, biscotti di ogni genere, marmellate, cioccolata (ottima, davvero !! L'ho provata ed è favolosa !!),palloni di cuoio che non hanno vissuto l'onta dello sfruttamento minorile, prodotti artigianali ideali per regali originali.
Negli ultimi tempi anche la COOP ha cominciato la distribuzione dei prodotti "equi e solidali" di altro mercato...potete riconoscerli da questo logo stampato sopra:

Acquistando in questi punti vendita si darà un valore al gesto di "fare la spesa". Non è un caso che molte ditte e molti centri commerciali abbiano iniziato una politica di moralità dove si dichiara l'eticità dei propri prodotti...hanno cominciato a capire che l'opinione pubblica è sempre più attenta a certi temi...e le grandi aziende non possono perdere fette di mercato di clienti affezionati. Abbiamo il potere di cambiare le carte in tavola e di far rigare dritto che sfrutta in maniera indecente i "nuovi schiavi".
Siamo noi che possiamo fermare il vergognoso sfruttamento dei paesi in via di sviluppo della manodopera che viene sempre più impoverita dalla spietata logica di mercato. Un modo di cominciare a ribellarci è quello di conoscere chi sfrutta e di smettere di acquistare i suoi prodotti. Un piccolo gesto che può rendere più umano questo mondo.

 

 

 

 

 

Per chi ha voglia di discuterne, con me o con qualcun altro, basta cliccare qua sotto al link "forum e temi sociali" e proporre un argomento nel forum. Oppure mandatemi un'e-mail a gioyann@aruba.it .......vi risponderò.....potremo parlarne !!!

 

 

 

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