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Gioyann
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(25 marzo 2003)

Né un soldo Né un uomo

(Guerra in Iraq)

aprite i vostri occhi...

 


I numerosissimi dibattiti che in questi giorni imperversano riguardo l’intervento degli USA in Iraq non hanno bisogno di altri intervrenti. tuttavia voglio proporre uno scritto di Gino Strada, chirurgo fondatore di Emergency attivamente impegnato nel fornire cure ai feriti di guerra, che mi ha spedito la mia amica Elena, ex-iscritta a ciao.com col nick di blu_cobalto. Alcune considerazioni personali le trovate in calce alla lettera che segue.

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di GINO STRADA Chirurgo di guerra, fondatore di Emergency
La mattina presto abbiamo l'abitudine, qui nell'ospedale di Emergency a Kabul, di dare una occhiata ai titoli dei quotidiani su Internet. Dalla prima riga dell'editoriale del Corriere del 2 febbraio vengo a sapere di essere un Signor Né-Né, neologismo coniato dal Signor Francesco Merlo nel commentare la dichiarazione di Armando Cossutta di non essere "né con Saddam né con la guerra". Così, additato come Signor Né-Né, ho cercato di capire meglio chi sono e come la penso leggendo il resto dell'articolo. Dopo poche righe ho scoperto - e mi ha sorpreso - di essere una "scoria del pacifismo", una "serpe", anzi un "lupo", di più, una astuta "volpe". Mancavano il dobermann, il grizzly e lo squalo bianco, ma mi sono preoccupato lo stesso, specie dopo aver saputo, qualche riga più sotto, di essere uno che "solletica il "me ne frego" irresponsabile, il qualunquismo". Perbacco, mi sono detto, o qualcosa di simile. Se ha ragione il Signor Merlo sono davvero in una brutta situazione. Così ho deciso di verificare se la penso davvero come il Signor Né-Né. "Né con lo Stato né con le Br": no, qui il signor Merlo si sbaglia. Da sempre odio il terrorismo, sono stato contro le Br e per lo Stato. Lo sarei ancora oggi, in un momento in cui mi sembra che lo Stato italiano e le sue istituzioni siano orientati in direzioni che non apprezzo. Rincuorato dal non essere almeno quel tipo di Signor Né-Né, ho continuato la lettura. "Né con la Resistenza né col fascismo": anche qui - ma come è possibile? - il Signor Merlo si sbaglia. Io sono sempre stato antifascista e ho un grande rispetto, e anche una grande passione, per lo spirito della Resistenza che ha portato, tra l'altro, ad elaborare la Costituzione del mio Paese. E sono talmente attaccato a quei valori e alla Costituzione, che mi ha indignato il vedere che vari governi italiani - di centrosinistra e di centrodestra - hanno in passato deciso di portare il mio Paese in guerra votando contro la nostra Costituzione, che sento anche mia. "Né con Hitler né con gli ebrei": come va giù pesante, Signor Merlo. Io sono nato dopo la Seconda guerra mondiale, non ho ricordi diretti ma ho ascoltato storie, letto libri, visitato luoghi. Mi è capitato di piangere sui luoghi dell'Olocausto - tra le tragedie più grandi nella storia dell'uomo - come mi è successo anni dopo visitando Ground Zero, e in altri luoghi a Lei sconosciuti. Non sono mai stato dalla parte di Hitler - in questo concordo - ma sto, per motivi che le sarebbero incomprensibili, dalla parte delle vittime. Dalla parte degli ebrei e di tutti gli altri massacrati con loro dalla follia nazista. Per le stesse ragioni sto dalla parte delle vittime del terrorismo. E della guerra, Signor Merlo, che è la più diffusa forma moderna di terrorismo. E' scandalizzato, Signor Merlo, da questa affermazione? Provi lei a trovare parola più adatta che "terrorismo" per descrivere una "attività umana" - quale è la guerra - che uccide e mutila e ferisce e annichilisce esseri umani, il novanta per cento dei quali civili innocenti. Guerra a Saddam, l'anno scorso c'erano i Talebani e Osama, qualche altro "mostro" è già in fabbricazione. Avanti, alle armi, bombardiamo tutti, per i prossimi cinquant'anni. Ogni volta, alla fine di una delle guerre contro i "mostri"... il mostro è ancora lì. Mentre almeno il novanta per cento delle vittime delle guerre sono civili. Povera gente, che si vede innaffiata di bombe perché il suo Presidente, di solito, è un dittatore in disgrazia che ha litigato con gli alleati di prima. "Effetti collaterali" vengono chiamate, non so se anche lei abbia usato quel termine. Spero di no. Perché sono certo, Signor Merlo, che lei si indignerebbe, e soffrirebbe anche molto, nel sentire liquidare la morte di suoi familiari sotto un bombardamento come "effetto collaterale". Novanta per cento di vittime civili: è un dato statistico, Signor Merlo, come lei ben sa. Di tutte le guerre nell'ultimo mezzo secolo. Ero quasi sicuro, a questo punto, di non avere alcuna delle caratteristiche del Signor Né-Né, e invece mi è arrivata la mazzata: "Né un soldo né un uomo". Ebbene, lo ammetto pubblicamente, su questo punto sono un Signor Né-Né. Credo infatti che l'Italia non dovrebbe fornire né un soldo né un uomo a nessuna guerra. Anzi credo che il Parlamento italiano dovrebbe condannare la guerra - non dovrebbe essere difficile, la Costituzione la "ripudia" - e starne rigorosamente fuori. Mi piacerebbe, glielo confesso Signor Merlo, che qualche membro del Parlamento presentasse una mozione proprio come l'ha suggerita lei: "né un soldo né un uomo" per la guerra. Ci aggiungerei solo "e neppure una base aerea né un permesso di sorvolo". Vorrei l'Italia fuori dalla guerra, vorrei vedere etica e umanità, e senso di giustizia, nella classe politica italiana. Vorrei l'Italia fuori dalla barbarie. Forse vale la pena di parlare della barbarie, Signor Merlo. Nel 1996 Madeleine Albright, allora Ambasciatore Usa all'Onu prima di diventare Segretario di Stato, fu intervistata dalla televisione americana Cbs sull'embargo all'Iraq. "Abbiamo sentito che mezzo milione di bambini sono morti in conseguenza all'embargo. Ne valeva la pena, era necessario?" chiede l'intervistatore. Risponde la Albright: "Penso che questa sia una scelta molto dura, ma la posta in gioco... we think the price is worth it ". Pensiamo che per quella posta ne sia valsa la pena. La barbarie, appunto. Vede, Signor Merlo, io credo che un cervello umano normale, di fronte alla domanda "valeva la pena di ammazzare mezzo milione di bambini?" non possa rispondere "Sì". Se invece qualcuno lo fa, come ha fatto la Signora Albright, se risponde "Sì, ne è valsa la pena", io le assicuro, Signor Merlo, di non aver più bisogno di inventarmi mostri esotici con i quali guerreggiare: il mostro è già lì davanti ai miei occhi. E' stato talmente disumano quel progetto di distruzione dell'infanzia irachena che due responsabili dell'Onu si sono dimessi "per non essere complici di un genocidio". Cinquecentomila bambini sono stati uccisi in Iraq tra il 1991 e il 1998 a causa dell'embargo, come confermano rapporti dell'Onu, documenti accessibili a tutti. A proposito, di questo ha mai scritto nei suoi editoriali, Signor Merlo? O crede anche lei che ne sia valsa la pena? In ogni caso, avendo confessato di essere un Né-Né, almeno su una questione, mi è venuta anche qualche curiosità. Perché vede, Signor Merlo, i suoi Né-Né sembrano un pugno di fanatici furbastri, che hanno optato per "il modo peggiore, il più ipocrita di stare con Saddam". Anzitutto mi piacerebbe sapere quanti italiani sono dei Né-Né. Quanti di noi sono contrari alla guerra all'Iraq, a quanti di noi fa schifo la prospettiva di un nuovo massacro per il petrolio, senza perciò essere sostenitori di Saddam Hussein? Perché non ce lo dice, Signor Merlo? Lei ha accesso alle fonti, lei è l'informazione. A me, che sono semplicemente un chirurgo, risulta che ben oltre i due terzi degli italiani sono contrari alla guerra. A lei? Questo almeno potrebbe farcelo sapere, ci sarebbe utile, sapere quanti siamo. Invece no. Lei preferisce il dileggio, l'insulto; e la retorica: "E' vero infatti che noi occidentali sappiamo che il pacifismo assoluto è un'utopia infantile, perché la storia delle relazioni internazionali è fatta di guerre, e le paci vanno difese con le armi perché rappresentano la guerra in riposo". Ma lei, Signor Merlo, è sicuro di poter spendere concetti di questo calibro a nome di "noi occidentali"? "Liberiamoci, dunque, del signor Né-Né. Per una volta, smascheriamolo "prima"". Ecco: smascheriamolo, andiamo a vedere il pericoloso filoterrorista nemico della sicurezza mondiale che si cela sotto le sembianze di Rosy Bindi. Il che, nel codice di un certo giornalismo, significa di solito via libera all'insulto, alla menzogna, alla calunnia preventiva: smascheriamolo "prima". Mi spiace, Signor Merlo, è troppo tardi. Già dal 15 febbraio, lei si accorgerà - ma in fondo lei lo sa già, è che non le va di scriverlo, o a qualcuno non va che lei lo scriva - di quanti Né-Né ci sono in Italia e in Europa. Sa, Signor Merlo, ho l'impressione che il partito della guerra del petrolio - quello di Bush junior della Harken e di Bush papà del Carlyle Group (dove stanno anche un po' di parenti stretti di Osama), quello di Dick Cheney della Halliburton, di Condoleezza della Chevron, di Rumsfeld della Occidental, il vertice della "grande democrazia americana" tanto per capirci - non passi un gran momento. Forse nemmeno gli amici "dell'amico George" sono messi molto meglio. Vorrebbero portare l'Italia in guerra, un'altra volta, e la gente non ne vuol sapere. Imbavagliano l'informazione in modo da renderla indistinguibile dalla propaganda - ne sa qualcosa, Signor Merlo? - oppure la gente non li ascolta. Rendono i telegiornali molto simili al Carosello di buona memoria, eppure le persone continuano a pensare, a riflettere, a porsi domande. Arrivano al punto di predire la distruzione di Firenze in diretta tv, e un milione di persone sfila pacificamente e solidarizza coi cittadini, tutti insieme contro la guerra. Che cosa sta succedendo, Signor Merlo, i Né-Né sono sfuggiti di mano, hanno opinioni diverse da quelle degli "opinionisti"? A un attento editorialista come Lei suggerirei di stare a vedere cosa succederà in Italia, Signor Merlo, se il Governo proporrà di entrare in guerra violando la Costituzione e se il Parlamento lo deciderà, votando contro l'opinione dell'ottanta per cento dei cittadini italiani. Ho come la sensazione che non filerà via liscia, che i cittadini si siano stancati di fare da telespettatori, che i padroni delle testate debbano rassegnarsi a non essere anche padroni delle teste...

Gino Strada

 


Un po' di considerazioni personali............

 


Riguardo le decisioni del parlamento sappiamo come è andata a finire. Ci si inventano sondaggi tramite i quali sciorinare dei consensi sempre più sputtanati dal crescere dei movimenti di piazza. Movimenti sempre più accusati di esser “politicamente guidati”. Oramai è il nuovo “trucchetto” governativo quello del considerare “comunista e antinazionale” un corteo pacifista. In America si ama distinguere, fra i pacifisti, fra "antiamericani" (se non cittadini USA) e "anti-patriottici" se cittadini USA. Si era provato a delegittimare i movimenti paventando il pericolo di disordini di piazza…ma avendo fallito con questo tipo di non-propaganda, si preferisce ora ricorrere alla scusa della “strumentalizzazione”; non importa che in realtà i cortei si formino spontaneamente e che nessuno di quelli che li critica li abbia mai vissuti. Non importa che perfino Berlusconi si debba correggere dopo aver affermato che le manifestazioni per la pace “sono cose negative. Non mi aspetto niente di positivo” in quanto aveva arbitrariamente pensato che fossero organizzate dall’opposizione (ormai associare “pace” con la sinistra politica è lo sport preferito da chi ci governa.). Si accusa la sinistra di fare demagogia, questo l’argomento più utilizzato per legittimare il governo ad appoggiare l’attacco (e ad entrare in guerra, visto che sono stati espulsi i diplomatici iracheni come richiesto dagli USA. Checchè ne dica Frattini non trovo giusitificato questo provvedimento se non si partecipa attivamente a una guerra, altro che “permesso di sorvolo e uso delle basi” !!). Dalle mie parti si dice che “cencio dice male di straccio”: gli esponenti del governo infatti si affannano a non parlare mai dei paesi che appoggiano gli USA come “alleati”. USA, Gran Bretagna, Spagna sono paesi “AMICI-alleati”, non “alleati” e basta” !!! La parola “alleato” evidentemente riporta troppo il pensiero alla guerra e l’opinione pubblica potrebbe avere da pensare ancora più di quel che già sta facendo. E questa se non è demagogia cos’è ?? “L’Iraq = terrorismo = Al Quaeda”: demagogia !! non è vero !! “Renderemo il mondo più sicuro”: demagogia !! Io vorrei sottolineare come sia assurdo che si muova guerra a un paese perché possiede armi che anche chi attacca possiede (la questione delle rioluzioni ONU è ambigua; molti paesi le infrangono e non vengono attaccati...). E trovo grottesco che le armi in questione l’Iraq le abbia per mano dei paesi occidentali che gliele hanno vendute. Certo bisogna ammettere che la strategia è semplice ma geniale !! Ti vendo le armi, ci guadagno dei bei dollaroni e sostengo nel frattempo la fiorente industria delle armi, uno dei baluardi economici dell’occidente intero. Poi ti accuso per questo possesso e minaccio l’attacco. Pretendo e ottengo (almeno in parte) che tu le distrugga. Prima ti vendo una cosa e poi te la faccio “rompere”…un bel modo di fare affari, non c’è che dire !! Diabolico…come non averci pensato prima ?!? Non è finita !! Dopo averti fatto distruggere un buon quantitativo del tuo arsenale, perfino quei missili che sono pericolosissimi perché percorrono un max. di 180 Km, ti attacco. E prova a difenderti ora !!! Senza armi !!!! Le armi possedute dall’esercito iracheno hanno dimostrato la loro efficacia: non raggiungono i bersagli, non contengono armi chimiche o biologiche né uranio impoverito; come invece ne contenevano nel 1991 i missili USA, incuranti dei danni a lungo termine all’ambiente. Mai sentito parlare di “sindrome del golfo” ?? L’uomo ha memoria breve..., ma i bambini deformati nati dai soldati colpiti se lo ricorderanno bene, come pure i genitori. Armi tanto efficaci, che si bruciano i pozzi petroliferi per creare cortine fumogene che rallentino le incursioni aeree, tanto che la contraerea usata contro i bombardieri su Baghdad conta di sole mitragliatrici da terra. Che Saddam Hussein abbia avuto armi di distruzione di massa è chiaro. Che queste armi le abbiano TUTTI i paesi (Italia compresa) è meno chiaro ma SICURO. Che Saddam le abbia ancora non lo auguro ai soldati americani, perché sarebbero senz’altro usate sull’esercito…e non è ancora stato fatto. Perché ?? Ce le ha o non le ha più ?? Che la guerra sia un’assurdità umana è “pacifico”…e sembra ironico che in questa guerra si verifichino assurdità mai viste in nessuna guerra: le vittime dell’esercito “alleato” sono cadute per l’80 % a causa del “fuoco amico” !!!!! Elicotteri che si guastano o si scontrano fra loro, missili patriot (e quindi USA) che abbattono aerei del PROPRIO contingente, sergenti “in punizione” che impazziscono e lanciano nel cuore della notte granate nelle tende dei propri compagni. Sono senza parole… Dall’altra parte c’è un esercito già messo male in partenza, che conta uomini che si arrendono a centinaia senza combattere. Sacche di resistenza che durano al massimo una o due notti. Non c’è un coprifuoco nelle città, le luci rimangono accese di notte fornendo facili bersagli ai bombardieri. Che razza di guerra è ??? Non so se a Baghdad la musica cambierà...ma temo che nella capitale ci saranno più difficoltà. Su Baghdad le bombe e i missili che cadono sono più che altro propaganda…distruggono palazzi presidenziali chiaramente vuoti (chi può essere l’idiota che resta in un palazzo di “potere” completamente illuminato in tempo di guerra ??). A che serve tanto spreco di armi se non ad una dimostrazione di forza ?? Non ci sono fiori per i soldati americani, tanto auspicati e previsti da Powell e Rumsfeld. Le effigi del Rais non vengono divelte che dai soldati, non dalla popolazione liberata. Di certo non è perché Saddam viene da essa adorato…anzi, il contrario. Saddam è uno dei peggiori criminali che la storia abbia conosciuto, ma la popolazione ricorda bene cosa successe 12 anni fa: cominciarono a festeggiare la “imminente” caduta del regime, ma Saddam non fu spodestato e sterminò col gas milioni di “festeggianti” che avevano organizzato una rivolta contro il regime. E gli americani ?? Già andati via…e adesso il clima deve essere simile a un’espressione del tipo “siete venuti a rompere i coglioni di nuovo ?? Avete aspettato che i pozzi incendiati 12 anni fa fossero riutilizzabili ??”. Che siano poi gli USA a farsi portatori di democrazia, loro che hanno rovesciato decine di governi democraticamente eletti e sostenuto le susseguenti dittature, è di un’ironia degna del migliore contrappasso dantesco. Se fosse stata la Cina o la Russia a muover questa guerra avrei voluto vedere le reazioni di Berlusconi & Bush & Blair !!! Sicuramente sia chi è a favore sia chi è contro questa guerra ha i suoi bravi motivi economici. Per “nulla non si fa nulla”. Ognuno mostra le sue ipocrisie nel prendere una posizione precisa (e sorvolo sugli stati che hanno voluto dare appoggio in maniera anonima agli USA….se esistono !! Non si è mai vista una cosa simile…mi scappa da ridere !!), nuove alleanze e il bisogno di avere il piede in due staffe mantenendo buona l’opinione pubblica. Credo che la democrazia debba nascere all’interno di ogni paese, dal suo humus culturale. Se una popolazione non ha ben chiaro il concetto di libertà e democrazia questa, se imposta dall’esterno (paradossale IMPORRE la democrazia !!!!), non può che creare i presupposti per una dittatura ancora più sanguinosa in seguito. E’ successo in Europa dopo la prima guerra mondiale, figuriamoci in Medio Oriente !! Gli USA hanno un’infinità di armi atomiche e di distruzione di massa e i suoi rapporti con l’Europa non sono ottimali al momento. Chi mi dice che fra 20, 30, 100 anni non verrà eletto un pazzo Bush-simile che un bel giorno decida che l’Europa deve disarmare “senza sè e senza ma” ??? O viceversa in Europa ?? Ecco…io vorrei che NESSUNO possa più costruire questo tipo di armi. Le aree “destabilizzate” comprano questi armamenti dall’occidente; non hanno le tecnologie per produrle, e spesso nemmeno i soldi. E’ ora di smettere di produrre armi atomiche, nuclei di uranio e plutonio, antrace (quello del dopo 11 settembre era americano !!), gas nervini a tonnellate, venderli a chiunque e poi aver timore degli acquirenti. Smettere di produrre armi di tipo “convenzionale” è utopistico. Ma è un dovere morale di ogni democrazia che voglia potersi definire “occidentale”, interrompere la produzione di armi di sterminio di massa e di mine antiuomo (e per l’occasione vorrei ricordare che gli USA sono fra gli stati che non hanno firmato per la messa al bando di queste mine, responsabili della morte e della mutilazione di quel 90 % di civili di cui parla Gino Strada). Se nessuno degli stati democratici le produce, nessuno le possiederà. E allora che non vengano a dirmi, i nostri governanti, che sono i movimenti pacifisti a volere che il mondo non sia sicuro. Un saluto dal vostro amico-alleato gioyann

 

 

 

 

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